Chi si avvicina a questo affascinante mondo, si accorge subito che nell’acquistare una bottiglia di vino, specie se questa è di pregio, il venditore come prima cosa mette in risalto l’annata della vendemmia. Ma perché il vino va ad annate?
Ebbene, per il vino l’annata è uno dei fattori fondamentali, e spesso anche l’unico, al fine di poterne identificare non solo la qualità, ma anche il suo valore a livello economico. In particolare, le annate nel classificare il vino, e per identificare nel tempo la sua qualità, sono importanti in quanto in questo modo è possibile risalire all’andamento meteorologico della stagione in corrispondenza della quale c’è stata la vendemmia.
Inoltre, l’indicazione dell’annata, come sentenza sulla qualità del vino, protegge il consumatore da possibili speculazioni sui prezzi, ovverosia attraverso la vendita di bottiglie che, senza l’indicazione dell’anno della vendemmia, potrebbero essere vendute con quotazioni maggiorate rispetto al loro reale valore. Detto questo, oltre all’annata il vino, per essere ben identificato in termini di qualità, deve anche riportare la zona in corrispondenza della quale è avvenuta la vendemmia.
Per esempio, in Italia una delle stagioni vitivinicole meno esaltanti degli ultimi anni è stata quella del 2002 proprio a causa delle condizioni meteo, ma ciò nonostante in molte parti del Paese, dove il clima si è mantenuto decisamente più stabile, in corrispondenza dell’annata sopra indicata sono state comunque prodotti vini con una qualità eccellente.
Inoltre, rispetto al passato, negli ultimi anni il fattore meteo influisce meno sulla qualità complessiva del vino. E questo grazie alla bravura degli enologi che, tra l’altro, possono sfruttare la tecnologia che al giorno d’oggi è presente anche nelle cantine. In questo modo, grazie all’evoluzione tecnologica che ha investito pure il settore vitivinicolo, la qualità del prodotto può essere maggiormente preservata pur continuando a adottare sistemi di vinificazione tradizionali.